Sentiero di San Silvestro (706)

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Inizio: Borut
Fine: Borut
Lunghezza: 14,9 km
Difficolta’ del percorso: Medio
Dislivello: 399 m
Punto massimo: 499 m
Punto minimo: 302 m
Durata: 2:30 h

 

Staza Sv.silvestra 706

 

Il sentiero di San Silvestro (in croato: Sveti Silvestar) collega la località Borutto al 7 chilometri distante Draguccio. Prese il nome dall’omonima chiesa che nel passato fu situata accanto al sentiero in direzione di Draguccio e di cui oggi sono rimaste tracce appena percettibili.Il sentiero è segnato da marcature alpinistiche giallo-verdi che iniziano alla stazione ferroviaria di Borutto. Prima ci portano, per circa duecento metri, sulla principale strada asfaltata nella direzione sud ovest dove iniziamo la salita su una scalinata Poli farož.Continuiamo a salire prendendo la strada asfaltata e arriviamo al cimitero di Borutto con la chiesa di San Michele. La chiesa di San Michele Arcangelo è la chiesa parrocchiale di Borutto. Risale al XIII secolo ed è stata allargata e rinnovata nel 1787, di cui testimonia un’incisione rustica sopra la porta d’ingresso. In quell’occasione alla chiesa fu aggiunto il campanile a vela con due campane, mentre l’interno della chiesa fu rinnovato in stile barocco.

 

Il sentiero accanto alla chiesa continua a salire e le marcature vi portano, per un attimo, fuori strada e passano vicino alle rovine di un’antica cappella, ma dopo ritorniamo sul sentiero principale che seguiamo in salita. A sinistra, dopo un po’, vedremo il panorama di tutta la valle del torrente di Borutto, mentre in cima ad un colle scorgeremo il campanile di Lindaro, alla sua sinistra Gallignana e in fine il campanile di Moncalvo. Dopo aver camminato per 2,5 chilometri arriviamo sulla larga strada sterrata che arriva dalla direzione di Cerreto e Previs, continuiamo svoltando a destra, accanto alle nuove piantagioni di olivi nelle vicinanze della Stanzia Comaria. Dalla destra si offre la vista su Monte Maggiore, Villa bassa e Lupogliano, e dopo un po’ anche sulle case rinnovate vicino al paesino Tibole,che fino a poco tempo fa era abbandonato, e poi su Colmo. Dopo circa 4 chilometri arriviamo al bivio dove a destra si dirama il sentiero che attraverso il paesino Grdinici ritorna a Borutto. Faremo questo percorso al ritorno , adesso invece continuiamo il percorso seguendo la strada in direzione di Draguccio. Un antichissimo muro a secco a destra del sentiero rappresentava il confine tra Tibole e Borutto, e la zona terminale del muro a secco, dal 1525 al 1797, rappresentava il confine tra l’Istria austriaca e quella veneta. Qui svoltiamo a sinistra per continuare su un sentiero boschivo in salita. Il sentiero in questa parte è segnato da marcature alpinistiche bianco rosse, perché rappresenta anche il tratto del percorso alpinistico Pisinese che da Pisino porta in cima al Monte Magiore. Saliamo leggermente su un sentiero stretto e abbiamo la sensazione di non essere soli. Gli ingrossamenti nodosi sull’albero della quercia, di grandezza simile alla testa umana, sembrano creature meravigliose. Dai passanti vengono chiamati “guardiani del Vecchio Draguccio”. Si tratta infatti di vischio o “biska” – una pianta che in Istria viene usata per la preparazione della grappa “biska” e che cresce sulla quercia come parassita. E per confermare che non siamo soli ci serviranno anche le tracce degli animali selvatici sul sentiero e la tana del tasso, accanto alla quale passeremo facendo attenzione a non svegliarlo.

 

Dal bosco usciamo su uno spiazzato e, alla fine dell’altipiano entriamo di nuovo in un bosco.Un sentiero qui si dirama a sinistra, noi invece proseguiamo e arriviamo al prossimo bivio dove le marcature ci portano a sinistra, su un sentiero laterale. Qui vicino, a destra del bivio, fino a duecento anni fa, esisteva la chiesa di San Silvestro di cui si prendeva cura l’omonima confraternita, una delle tante che allora esistevano a Draguccio. Non sappiamo con esatezza quale sia stata la sorte di quella chiesa, sembra che a seguito all’abolizione delle confraternite, la chiesa sia rimasta senza un tutore e per questo abbandonata. A Draguccio si narrava che gli abitanti di Borutto avessero rubato molto bugnato dai ruderi dell’antica chiesa e che lo avessero usato per costruire case, ma che successivamente, quando a Borutto cominciarono a succedere dei fatti strani, lo avessero restituito.

 

Arriviamo presto ad un altro bivio segnato da indicazioni rosse che ci portano a sinistra, attraverso un bosco, fino al castelliere Vecchio Draguccio e dopo, seguendo un sentiero laterale ritorniamo di nuovo qui per scendere in direzione di Draguccio. Perciò, se qualcuno è stanco e si sente bene in compagnia dei “guardiani di Draguccio”, può aspettarci qui. Noi andiamo a visitare il castelliere preistorico in posizione più alta in Istria che si trova proprio sul colle alla nostra sinistra.

 

Sentiero al Vecchio Draguccio

 

Il percorso che ci porta al Vecchio Draguccio prima serpeggia ai piedi del colle con un sentiero che in alcune zone è rafforzato da un muro a secco antichissimo. Quando abbiamo quasi aggirato il colle, l’indicazione stradale ci fa girare bruscamente a destra, in salita.Giunti quasi in cima, passiamo accanto ad uno degli innumerevoli muri che circondano l’altipiano, ed è proprio questo muro il miglior esempio del tipo di costruzione che risale all’età di bronzo: entrambe le facce esterne del muro sono costruite di bugnato, mentre lo spazio interno è riempito da materiale da costruzione di dimensioni più piccole. Le marcature ci portano, attraverso un boschetto, fino al punto più alto che si trova, a seconda della mappa di cui disponiamo, a 502-505 m s.l.m.

 

Il castelliere non è stato mai sistematicamente esplorato, ma i ricercatori hanno informato dei numerosi oggetti ritrovati per caso sulla superficie, di cui sono stati conservati solo i frammenti di ceramica risalenti all’età di bronzo che oggi sono conservati presso il Museo archeologico dell’Istria a Pola. Tanti oggetti di rame e l’ascia palstab, (ascia semplice con linguette) di cui hanno informato alcuni ricercatori, non sono purtroppo stati conservati, ma si sono perse tutte le tracce, dato che sono rimasti nelle collezioni dei privati e non invece elaborati da parte degli esperti e successivamente conservati nei musei. Perciò, se notate qualche oggetto accanto al sentiero, informateci! Forse ci aiuterà a completare la storia di questa insolita località .Riprendiamo il percorso che in un arco ci porta in discesa fino al punto in cui ci siamo distaccati dal sentiero verso Draguccio. Proprio da quel punto ripartiamo, scendendo ancora e raggiungendo presto un sentiero più largo, poi il bivio per Scrignari, dove svoltiamo a sinistra e dopo poco arriviamo a Draguccio.