Rakotule-Racotole

Racotole è il nome comune per alcuni piccoli villaggi e casali nell'odierno comune di Karojba (Caroiba) situati al nord lungo la strada che da Caroiba porta verso Višnjan (Visignano): Konobari, Kramari, Kuzmi, Martineli, Milići, Močitad, Nadalini, Pahovići, Pupičići, Radoslavi, Rapki e Špinovci. Il villaggio Špinovci è l'unico che non fa parte della parrocchia di San Rocco ma della parrocchia di San Vitale . Il centro della parrocchia è rappresentato dall'omonima chiesa la cui armoniosa torre di pietra si nota appena si gira dalla strada principale in direzione di Racotole. Il villaggio di Racotole viene menzionato per la prima volta nel XIII secolo. Il nome italiano Racotole di Montona ci fa notare la stretta connessione con la vicina Montona che da queste parti si può vedere „come sul palmo della mano“. La citata connessione risale nel lontano passato quando le famiglie nobili di Montona possedevano da quelle parti i propri poderi: Dolzan, Pramperga ( oppure Pamperga), Polesini e Barbo. Inoltre, a Racotole aveva i propri poderi il Capitolo di Montona a cui sembra portasse maggior rendimento il bosco sui pendii verso il torrente Krvar. Il legname veniva trasportato attraverso il fiume Quieto fino al mare e quindi fino a Venezia e veniva usato per la costruzione della solida flotta veneziana che aveva il potere sull'Adriatico.

 

Chiesa parrocchiale di san Rocco

Come parrocchia Racotole si menziona dal 1580 e probabilmente risale allo stesso periodo anche la chiesa. Si tratta del periodo in cui c'erano spesso delle epidemie di peste e di colera in Istria e non risulta strano che gli abitanti di Racotole abbiano scelto proprio San Rocco, prottetore di queste malattie come patrono della propria parrocchia. Da allora fino ad oggi la chiesa è stata più volte allargata e ricostruita mentre la nuova facciata, costruita dalla pietra locale proveniente da Močitad, risale all'anno 1934. Nel muro della vecchia sacrestia è stata inserita una nicchia di pietra decorata con le rappresentazioni in affreschi con la scritta del 1560 che ci suggerisce che la chiesa sia ancora più antica. Lo conferma pure l'arco dell'abside romanica tuttora evidente. La chiesa originale era dipinta di affreschi il cui fragmento fu scoperto durante i lavori all'interno della chiesa nel 1958 e, insieme ad uno stratto di intonaco fu messo sulla tela e saldato. Oggi è conservato a Parenzo, nel museo vescovile. Accanto alla chiesa fu costruito nel 1850 il campanile alto 22 metri.

 

Chiesa di santa Maddalena (di san Biagio)

Si trova nel villaggio Pahovići (Konobari). Fu costruita altrettanto nel XII secolo ma successivamente ricostruita più volte. Fu consacrata inoltre a Santa Maria di Carmelo. Il latifondista Raguzzi dalla vicina Visinada ( proveniente da Ragusa) che intorno alla chiesetta aveva i propri poderi la fece completamente trasformare e scelse il nuovo patrono – San Biagio. Col passare degli anni la celebrazione di questo patrono diventò il maggiore festeggiamento annuale a Racotole e cosi ogni anno a febbraio in occasione della Festa di San Biagio vi si organizza una mostra del vino, del miele e del pane fatto in casa.

 

Don Luka Kirac

(Medulino, 1860 – Racotole, 1931)

Sacerdote, patriota, appassionato di storia, ricercatore instancabile della storia istriana e propugnatore per l'uomo comune, Don Luka Kirac, un pruno nell'occhio al potere fascista austriaco e poi italiano, era costretto a lasciare la propria parrocchia di origine a Medulino e dopo anni di esilio fu trasferito ( esiliato) a Racotole dove trascorse l'ultima decina d'anni della sua vita come parrocco locale. A Racotole finì i propri Crtice iz istarske povijesti (Cenni di storia istriana) (1928) in cui fa i conti con la tendenziosa interpretazione irredentistica della storia dell'Istria la quale sottace e ignora fatti che indicano una profonda slavicità di questi luoghi. Don Luka scoprì nel 1925 i dipinti murali nella chiesa di San Nicola. Testimoniano tuttora il suo stretto rapporto con la gente locale tante storie tra gli abitanti tra le quali viene ricordato di più l'episodio del 1921 quando, dopo un segnale accordato dalla campana del campanile di San Rocco gli abitanti si opposero, organizzati e armati, al tentativo dei fascisti di esiliare il loro parrocco e di bruciare i suoi libri.